L' UTILITA’ DI FREQUENTARE I CORSI DI FORMAZIONE

(Anna Lucia Troiani – Presidente)

 

 I corsi di formazione sono organizzati per coloro che si apprestano a diventare volontari, ma vanno a tutto beneficio anche dei volontari che sono già in servizio e che possono approfittare di tali occasioni per rinfrescare le proprie conoscenze, per fare “famiglia” con le nuove leve ma, e soprattutto, per infondere in loro fiducia in questo percorso di vita.

Delle occasioni che l’AVO ci offre vi invito ad approfittarne se volete sentirvi “Associazione” e comunque per sentirvi “insieme”; in tal modo saremo in grado di rinnovarci ogni volta che varcheremo la soglia dell’ospedale per aprirci alla sofferenza. Solo così, entrando a mani vuote, ne usciremo con un cuore ricolmo di amore.

Ci renderemo conto che fra il volontario ed il malato non c’è chi è destinato a ricevere e chi a donare ma è in realtà uno scambio di doni: lui, il malato, ci fa dono della sua sofferenza e noi del nostro servizio.

Siro Brogi (1914 – 2008, Fondatore – Presidente nel 1981 della Associazione) diceva che la nostra esperienza e di coloro che sono venuti prima di noi, è quella dell’uomo che entra vecchio in ospedale e ogni giorno ne esce nuovo.

E’ questa giovinezza quotidiana, di enorme utilità, che fa bene non solo a noi ma alle nostre famiglie, alle persone che ci stanno accanto, alla società.

Se nella Associazione, anche se a fin di bene, uso imposizione e giudico, nella società esporterò queste espressioni e risulterò accusatore, giudice, strumentalizzatore: in altre parole sarò un dissociato dalla società. Se invece vivrò l’amicizia, esporterò poi il dono di me stesso, del mio tempo e del mio servizio.

In tal modo diventerò cittadino fra i cittadini nella società ove riverserò il mio contributo al bene comune. Solo così sarò compreso e avrò nuovi amici.

Può sembrare utopia ma il significato del volontario è da intendersi nella ricerca di armonia  che è l’essenza del bene comune; non contrapposizione, non divisione ma unità.

Allora lo stare assieme, il fare famiglia uniti nell’associazione, ci fa essere vigilanti e nelle due ore del nostro servizio in ospedale ci sentiamo più pronti a cogliere il momento giusto per intervenire con manualità, ma anche con una presenza silenziosa.

Ci sono dei momenti, e ne farete esperienza diretta, che avvertiremo di essere presenza viva anche senza parlare.